mercoledì 5 febbraio 2020

Pragmatica o devozionale? (Matteo 5:13-20)



Oggi spesso ci troviamo di fronte a due tipi di predicazioni cristiane che corrispondono a due diverse interpretazioni del cristianesimo: quella pragmatica e quella devozionale. La prima s'incentra su ciò che noi dovremmo fare, cioè sull'etica e sulla morale cristiana, opere sociali e comportamenti. La seconda s'incentra sull'essere, sulla spiritualità, sul nostro rapporto con Dio, come stabilirlo e come coltivarlo. La prima corre il rischio di essere semplicemente moralistica e legalista: chiede di fare quel che di fatto la gente non è in grado di fare se non è stata effettivamente rigenerata da Dio ed ha rapporto autentico con Lui. La seconda corre il rischio, promuovendo solo spiritualità, di essere "disincarnata" e antinomista - non educa effettivamente il credente a conformare la sua vita ai doveri morali stabiliti da Dio. "Essere" e "fare", "orizzontale" e "verticale", nell'insegnamento di Gesù, però, sono sempre strettamente congiunte. Lo vediamo nella lettura biblica di oggi: Matteo 5:13-20.
"Siete voi il sale del mondo. Ma se il sale perde il suo sapore, come si potrà ridarglielo? Ormai non serve più a nulla; non resta che buttarlo via, e la gente lo calpesta. Siete voi la luce del mondo. Una città costruita sopra una montagna non può rimanere nascosta. Non si accende una lampada per metterla sotto un secchio, ma piuttosto per metterla in alto, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano il bene che voi fate e ringrazino il Padre vostro che è in cielo. Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l'insegnamento dei profeti. Io non sono venuto per abolirla ma per compierla in modo perfetto. Perché vi assicuro che fino a quando ci saranno il cielo e la terra, nemmeno la più piccola parola, anzi nemmeno una virgola, sarà cancellata dalla legge di Dio; e così fino a quando tutto non sarà compiuto. Perciò, chi disubbidisce al più piccolo dei comandamenti e insegna agli altri a fare come lui, sarà il più piccolo nel regno di Dio. Chi invece mette in pratica i comandamenti e li insegna agli altri, sarà grande nel regno di Dio. Una cosa è certa: se non fate la volontà di Dio più seriamente di come fanno i farisei e i maestri della Legge, non entrerete nel regno di Dio" (Matteo 5:13-20).
Il Salvatore Gesù Cristo chiama a sé uomini e donne e li accompagna a stabilire un rapporto personale con Dio Padre, simile a quello che Egli stesso esemplifica nella sua intensa vita di preghiera. Il Suo esempio, però, si estende, anzi, è indissolubilmente congiunto, a compiere "le opere di Dio", vale a dire a conformare la vita alla volontà rivelata di Dio nei loro pensieri, parole ed azioni. Essere discepoli di Gesù, infatti, è simile ad essere apprendisti presso un artigiano. Stabilisci un rapporto con un esperto artigiano, hai fiducia in lui, ti impegni con lui, e lui, gradualmente, ti insegna la sua arte. Chi si avvicina al Salvatore Gesù Cristo, infatti, gli si rende totalmente disponibile abbandonando ogni "impegno" precedente ed impara da Lui. Impara chi è Dio e come rapportarsi con Lui e, attraverso la pratica della Sua Legge rivelata, conforma a quella I suoi pensieri, parole ed azioni. E' ciò che deve avvenire, di regola, nell'ambito della comunità cristiana - il luogo dove ricevi l'insegnamento biblico e in esso "ti eserciti". Lo fai prima con I tuoi fratelli e sorelle in fede e poi nel modo in cui ti rapporti con le persone di questo mondo in generale, svolgendo, nei loro confronti, quelle responsabilità alle quali Dio ci chiama nella Sua Parola.

Si tratta di ciò che vediamo evidenziato nel testo biblico di oggi, Gesù ci chiama i Suoi discepoli ad essere "sale" e "luce" nel mondo. Lo è Gesù stesso per primo ed in modo supremo, ma così deve diventare - nelle debite proporzioni - ogni suo discepolo. Il sale serve per dar sapore e conservare. In questo mondo la vita di tanti, troppi, è "insipida". Si provano uno dopo l'altro tanti cose come si provano diversi tipi di cibi, ma alla fin fine nessuno di essi ci soddisfa veramente, perché sempre "manca qualcosa". La vita è vuota, frustrante, senza senso. Manca un elemento importante: il "sale" di vivere la nostra esistenza in comunione con il nostro Creatore e dalla Sua prospettiva. Il cristiano è chiamato da Cristo a esemplificare e comunicare una vita che abbia sapore, e questa vita la si può trovare solo in Dio.

Il sale, però, serve anche a conservare, a preservare. Questo mondo vorrebbe distruggere, nel suo odio verso il Dio vero e vivente, tutto ciò che è bello, buono, importante. Vorrebbe smantellare I principi e valori biblici, quelli giudeo-cristiani: come, per esempio, il rispetto della vita dal suo concepimento alla morte naturale, la famiglia come Dio l'ha voluta fin dall'inizio, l'uguaglianza e la diversità fra uomo e donna, una sessualità ordinata e regolata, l'amore per la verità e la giustizia, il rispetto per la proprietà privata e la solidarietà con chi è nel bisogno. I cristiani sono chiamati ad esemplificare, preservare e promuovere in questo mondo - ed in ogni ambito della vita - principi e valori come questi. Se non lo fanno, perdono la funzione a cui Dio li chiama e non servono più a nulla. Una chiesa che si estingue e "viene calpestata" è spesso una chiesa che non fa, in questo mondo e verso questo mondo, ciò che dovrebbe fare.

Dove si trovano, però questi principi e questi valori? Nella Legge rivelata di Dio! Essi sono riassunti nella Legge dei Dieci Comandamenti, o Decalogo, e vengono spiegati ed applicati nei campi più diversi attraverso tutto l'insegnamento biblico. Ecco perché Gesù dice: "Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l'insegnamento dei profeti. Io non sono venuto per abolirla ma per compierla in modo perfetto". Ecco perché la comunità dei discepoli di Cristo deve insegnare la Legge rivelata di Dio affinché tutti la conoscano, la appredano, si esercitino in essa, la pratichino e, a loro volta, la insegnino ad altri - e lo facciano diligentemente! Perché, continua Gesù: "Vi assicuro che fino a quando ci saranno il cielo e la terra, nemmeno la più piccola parola, anzi nemmeno una virgola, sarà cancellata dalla legge di Dio; e così fino a quando tutto non sarà compiuto". Questa Legge rivelata di Dio la dobbiamo metterla in pratica in ogni ambito della vita e, esemplificandola, insegnarla ad altri. La nostra responsabilità di discepoli di Gesù qui è chiaramente delineata: "Perciò, chi disubbidisce al più piccolo dei comandamenti e insegna agli altri a fare come lui, sarà il più piccolo nel regno di Dio. Chi invece mette in pratica i comandamenti e li insegna agli altri, sarà grande nel regno di Dio. Una cosa è certa: se non fate la volontà di Dio più seriamente di come fanno i farisei e i maestri della Legge, non entrerete nel regno di Dio". Più chiaro di così, il Salvatore Gesù Cristo non potrebbe essere. Eppure c'è sempre oggi, come si dice, "chi abbozza"...

La confessione di fede di Ginevra del 1536 formula in modo molto chiaro e bello quei principi biblici che pure sono espressi nelle altre Confessioni di Fede della Riforma protestante. Il terzo articolo dice a riguardo della Legge rivelata di Dio:

"In quanto non vi è che un solo Signore e Maestro che possa avere dominio sulla nostra coscienza e in quanto la Sua volontà è la sola regola di ogni giustizia, noi confessiamo che tutta la nostra vita debba essere regolata dai comandamenti della Sua santa legge, nella quale è contenuta ogni perfezione di giustizia, e che noi non dobbiamo avere altra regola di vita buona e giusta, né inventarci altre opere buone per integrare quelle che vi sono contenute, com'è scritto in Esodo 20".

Stabilire, dunque un autentico e profondo rapporto con Dio Padre, come il Salvatore Gesù Cristo esemplifica è insegna è fondamentale. Non dobbiamo, però, limitarci a quello, se mai fosse possibile, ma imparare dalla Legge rivelata di Dio a praticarla in ogni ambito della nostra vita. Lo possiamo fare a livello individuale, ma soprattutto nell'ambito di una comunità cristiana equilibrata dove "il verticale" e "l'orizzontale" della divina vocazione viene diligentemente praticato, e poi, evidentemente nel più vasto mondo. Che possa essere così per ciascuno che abbia ascoltato o letto questa riflessione.

Domenica 9 Febbraio 2020 - Quinta Domenica dopo l'Epifanìa


Preghiera: Liberaci , o Dio, dalla schiavitù dei nostri peccati e donaci la libertà di quella vita abbondante che ci hai fatto conoscere in tuo Figlio nostro Salvatore Gesù Cristo; che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, un solo Dio, ora e per sempre. Amen.

1 commento:

  1. L'equilibrio è qualcosa di difficile; due mesi fa mi sono fratturata la caviglia ed ora devo fare degli esercizi su una tavoletta per mantenermi in equilibrio; questo esercizio è simile all'equilibrio che occorre mantenere nel cristianesimo indicato da Gesù Cristo nella Parola di Dio, altrimenti si rischia di essere uomini che camminano coi piedi, gli occhi e il cuore attaccati alla terra, oppure uomini con la testa fra le nuvole.
    Gesù era uomo e come uomo viveva sulla terra dove occorre seguire le leggi stabilite da Dio per un buon ordine sociale, ma Gesù era anche Figlio di Dio e come tale era di origine divina e celeste, in relazione continua con il Padre; nella sua persona esisteva il perfetto equilibrio: "Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, IL FIGLIO DELL'UOMO CHE È NEL CIELO. (Giov. 3:13).

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